La leggenda che torna realtà
Era circa il 1948 quando il celebre ufficiale del neonato esercito israeliano Uziel Gal presentò il suo progetto per la nuova mitraglietta, l’ Uzi. Il progetto per la nuova arma dell’IDF piacque subito e già dal 1950 la Israel Military Industries, meglio conosciuta come IMI fece partire la produzione interna.
Nel corso degli anni sono stati introdotti alcuni aggiornamenti e persino dei modelli più compatti, il Micro-Uzi e il Mini-Uzi, nati dalle richieste sempre più esigenti delle forze speciali, che ritrovavano nell’Uzi il perfetto compromesso fra occultabilità, cadenza di fuoco e capacita del caricatore. Nella sua lunga storia, quest’arma è riuscita a entrare nelle case di tutti grazie alle molteplici comparse sul grande schermo e nelle serie TV. Ricordiamo per esempio “Delta Force” con il celebre Chuck Norris.
Sviluppo e caratteristiche del nuovo IWI UZI Pro
Fra tutti i modelli precedenti di Uzi, potremmo affermare senza dubbio che questo si tratta più specificamente dell’erede del Micro-Uzi, il più compatto fra i fratelli. La prima cosa che salta all’occhio è sicuramente l’utilizzo del polimero per il castello inferiore, riportante i loghi IWI e la denominazione UZI PRO. Oltre ai loghi incorpora il tasto per espellere il caricatore e la sicura dorsale. Anche l’alloggio per il caricatore bifilare da 20 colpi in metallo è inserito direttame nell’ impugnatura. Questa soluzione venne espressamente voluta dal suo progettista fin dal primo modello.
Il caricatore inserito nell’impugnatura rende estremamente facile il cambio anche al buio, infatti proprio come diceva Gal “una mano trova sempre l’altra”. Ritroviamo dunque tantissime caratteristiche del passato, così come la sicura disinseribile posta sul lato sinistro e operabile facilmente con il pollice della mano (per i destrimano). Anche la guardia del grilletto rimane ampia, utile per l’utilizzo con i guanti.
Fra le novità più importanti troviamo sicuramente il riposizionamento della leva di armamento, che passa dalla parte superiore al lato sinistro. Questa scelta è stata senza dubbio quella più innovativa, infatti, grazie a questa soluzione è stato possibile inserire una slitta Piccatiny sulla parte superiore dell’arma, ed equipaggiarla con un sistema di puntamento secondario. Un’altra slitta la troviamo sotto la canna, ideale per equipaggiare vertical grip o torce.
Qualche pillola…
Chissà se il maggiore Uziel Gal, per gli amici Uzi, immaginasse un tale successo del suo progetto, d’altronde ebbe modo di studiarlo e progettarlo per anni rinchiuso in una prigione. Gal, infatti nel 1943, mentre stava per trasferirsi nel kibbutz Ein Harod, gli inglesi, i quali allora controllavano Israele, scoprirono che era responsabile delle armi nel suo kibbutz, e che le nascondeva nei così detti “slick” (pozzi o cantine dove venivano trafugate armi).
Prova a fuoco dell’IWI UZI pro
Arma compatta si, ma anche stabile e precisa nel momento del bisogno. La versione di Uzi Pro rilasciata in Italia da Prima Armi è equipaggiata di un comodo calcio abbattibile lateralmente. Realizzato completamente in polimero, vanta un poggiaguancia regolabile in cinque posizioni e operabile grazie a un comodo tasto. Per l’abbattimento del calcio non ci sono né tasti né leve, basterà una decisa forza per richiuderlo e una semplice leva per riaprirlo. E per gli amanti del tiro a singola mano, non preoccupatevi! Anche da chiuso, il calcio, non da assolutamente fastidio nell’impugnare correttamente l’arma e il peso di circa 2kg è ben distribuito. Il puntamento viene facilitato anche dagli organi di mira regolabili e con riferimenti bianchi, sia per il mirino, regolabile in alzo, che per la tacca di mira, regolabile in deriva.
Un’arma unica, che anche nella prova a fuoco rivela le sue enormi potenzialità. A una distanza di 15 metri la rosa è racchiusa in un diametro di 5 cm, nonostante la canna da 4,5 pollici, la corsa del grilletto lunga e il peso di scatto elevato, forse anche troppo. Il prezzo medio in armeria è di 2350 Euro. Certo il prezzo non è competitivo e si dovrà sacrificare uno slot delle armi comuni, data la sua classificazione, ma si sa: “chi bello vuole apparire un poco deve soffrire”, e porca miseria se sarete belli con uno di questi!